Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Attualità

Tecnoerba contro le alluvioni

Nasce da un incrocio tra normalissima festuca dei prati e loglio ed è in grado diminuire il dilavamento di oltre il 50%. Ciò significa che può rappresentare un efficace rimedio contro le alluvioni, perché l’acqua assorbita dalle radici non va ad ingrossare torrenti e fiumi.

Di fatto questa nuova erba è un ibrido, perché proviene da altre due piante erbacee molto diffuse appartenenti alla famiglia delle graminacee: la festuca dei prati (Festuca pratensis) e il loglio (Lolium perenne). E’ proprio, quindi, per questa ragione che viene chiamata Festulolium.

Appena si è saputo che il Festulolium funzionava alla stregua di una pompa idraulica sono giunti scienziati di alcuni istituti di ricerca inglesi, che hanno effettuato diversi esperimenti nella speranza di integrare il rapido tasso di crescita del loglio col grande apparato radicale della festuca di prato, ben sviluppato e in grado, appunto, di catturare molta acqua. Queste graminacee sono presenti in tutto il territorio italiano, dal livello del mare fino a 1.800-2.000 metri di altezza: la festuca è una pianta erbacea perenne cespitosa mentre il loglio è una pianta erbacea annuale spontanea e infestante.

A due anni di distanza dai primi esperimenti condotti nel sud-ovest dell’Inghilterra, gli scienziati sono riusciti a dimostrare che l’ibrido nato dal loro incrocio, cioè il Festulolium, riduce, in effetti, il deflusso d’acqua dai prati fino al 51% rispetto al solo loglio e del 43% rispetto alla sola festuca di prato. Un ottimo risultato, che si aggiunge anche ad una resa foraggera dell’ibrido molto alta. Si ha, quindi, un doppio vantaggio per gli agricoltori: oltre alla maggiore quantità d’acqua che viene trattenuta all’interno del suolo, l’ibrido fornisce anche foraggio di alta qualità resistente agli eventi meteorologici.

Erbe ibride di questa tipologia hanno, quindi, la capacità di ridurre la probabilità di inondazione pur mantenendo il pascolo adatto per la produzione alimentare, qualità particolarmente apprezzata in un periodo come quello attuale caratterizzato da grossi cambiamenti climatici. E’ vero che normalmente si pensa di più al miglioramento delle colture alimentari, alla resa e alla qualità del cibo stesso, cioè a quelle parti della pianta visibili sopra il suolo, tuttavia c’è la crescente consapevolezza che la salute e l’utilità delle piante possono essere aumentate sensibilmente potenziando anche tratti sotto terra come la crescita delle radici.

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