Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Energie rinnovabili

Per sfruttare l’energia oceanica un nanogeneratore ispirato alle alghe

Un dispositivo creato dalla Dalian Maritime University sfrutta l’effetto triboelettrico per trasformare l’energia delle onde in elettricità

Attualmente, quando si parla di utilizzo di energia oceanica per produrre elettricità pulita si fa riferimento ad impianti attivi o in fase di studio nati principalmente per generare in mare energia da trasportare a terra. Ne sono un esempio concreto i grandi impianti eolici offshore, i generatori a colonna d’acqua, le centrali a laguna, le turbine subacquee, le dighe di marea e il recente fotovoltaico galleggiante.

Tuttavia, esistono anche sistemi realizzati su piccola scala per alimentare direttamente i dispositivi marini. In molte zone costiere, infatti, al fine di fornire un valido supporto alla navigazione e monitorare lo stato di salute dell’ambiente vengono impiegate reti di sensori subacquei che registrano giornalmente informazioni su correnti d’acqua, maree e qualità dell’acqua. Ma per svolgere questo importantissimo lavoro sono necessarie batterie che periodicamente vanno sostituite, con una perdita non trascurabile di tempo e denaro.

Una possibile soluzione al problema potrebbe arrivare proprio dall’oceano, in grado di assicurare una fonte di alimentazione pulita e soprattutto continua. Anche se oggi gli impianti che si servono di correnti sottomarine sono ancora poco efficienti, un’alternativa migliore sembra essere rappresentata dai nanogeneratori triboelettrici (TENG), dispositivi sottomarini realizzati dalla Dalian Maritime University in Cina, che si inspirano al movimento delle alghe e sono in grado di sfruttare anche le onde a bassa frequenza ed ampiezza.

Ma come funziona il meccanismo? All’interno del nanogeneratore viene inserito un sottile strato di materiale spugnoso poroso tra una coppia di strisce (38 x 76 mm), composte da due diversi polimeri e rivestite con un inchiostro conduttivo. Il movimento dell’acqua fa scorrere i due polimeri generando lo spostamento di cariche e quindi una corrente elettrica.

I test di laboratorio hanno dimostrato che impiegando più TENG è possibile alimentare in modo continuo proprio dispositivi come i sensori ambientali marini.

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