Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Energie rinnovabili

Pannelli solari a doppi vetri

I pannelli solari del futuro potrebbero essere assai diversi da un punto di vista tecnologico rispetto a quelli attuali, anche se, paradossalmente, derivare direttamente proprio da un’intuizione del passato. Tutto dipenderà da quanto due ricercatori del dipartimento di fisica all’Università di Warwick, in Inghilterra, riusciranno a dimostrare in termini di bontà delle loro idee. I due scienziati stanno, infatti, cercando un modo per sfruttare l’energia solare che superi i limiti attuali e per questo motivo hanno deciso di orientarsi verso vecchie soluzioni anziché puntare a nuove.

Entrando più nello specifico, il team ha rispolverato alcuni studi e ricerche sulla fotoemissione firmati Nikola Tesla e Albert Einstein per capire se c’era ancora qualche margine di miglioramento riguardo al design dei pannelli solari. Ed in effetti il lavoro svolto ha portato ad un nuovo dispositivo solare a doppio vetro differente da qualsiasi altro modulo fotovoltaico noto. Questo sistema, ad oggi unico a livello mondiale nel campo della ricerca, prevede un gas inerte, al posto del vuoto, per trasportare l’energia elettrica.

In pratica, il dispositivo non è nient’altro che una sottile finestra a doppi vetri dove il pannello esterno è trasparente e conduce elettricità, quello interno è rivestito con un materiale particolare che funge da fotocatodo ed in mezzo c’è un gas inerte come l’argon. Quando la luce del sole attraversa il pannello, gli elettroni vengono emessi dal fotocatodo e vengono deviati, a causa della presenza del gas, verso il pannello esterno, senza essere assorbiti o persi.

Secondo i due scienziati, è stato davvero incredibile che la svolta sia arrivata proprio grazie ad idee che risalgono all’inizio del XX° secolo e ciò che li ha più affascinati è stata la ricerca di materiali che operano in un ambiente così diverso da quello dei fotocatodi standard.

La ricerca al momento è ancora in fase embrionale, quindi ben lontana da qualsiasi tipo di applicazione pratica, infatti il componente ottimale per lo strato fotosensibile deve ancora essere individuato e si sta valutando e sperimentando una rosa di possibili candidati, tra cui film sottili di diamante. Secondo il team, il dispositivo è radicalmente diverso dal fotovoltaico classico e può anche essere adattato ad altre tecnologie ecologiche come la conversione del calore in elettricità, quindi presenta ancora ampi margini di crescita e sviluppo.

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