Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Attualità

Smart city

In agglomerati urbani di milioni di persone non può esserci un vero e proprio coordinamento se non attraverso l’uso di tecnologie digitali quali connessioni tra persone e dispositivi, centri di elaborazione dati pubblici pensati come fucina di opportunità per iniziative di servizio per comunità, aziende e quartieri, sensori per connettere dispositivi e sistemi di controllo (del traffico, della sicurezza, della sanità, ecc.). E’ proprio in questo contesto dove abbondano tanto le possibilità quanto i problemi che proliferano i grandi progetti per rendere più intelligenti o “smart” le città. In Italia, ad esempio, l’attualità spinge alcune regioni a lavorare sulla prevenzione sismica, mentre l’urgenza economica fa sì che altri luoghi si dedichino alla nascita di startup innovative e alla ricerca di piani di azione per incentivare il miglioramento della qualità energetica degli spazi abitati. Dappertutto si pensa a come riutilizzare gli edifici che la pubblica amministrazione andrà a dismettere, anche e soprattutto per fronteggiare la crisi finanziaria che attanaglia lo Stato, ormai obbligato a tagli drastici in ogni settore della vita pubblica. Grazie alle opportunità di mercato offerte dal digitale, nei vecchi centri industriali e portuali le amministrazioni locali lavorano assiduamente per trovare progetti di bonifica e riqualificazione. A Bolzano, con l’IBM, ci si concentra, invece, sui servizi agli anziani, mentre Torino e il Piemonte hanno assunto la leadership del movimento per i dati pubblici aperti e la realizzazione delle piattaforme che ne abilitano l’accessibilità. Roma, per iniziativa della Provincia, sta predisponendo una gigantesca area di connessione wifi e Trento è il sesto polo dell’informatica europea e tra le sue priorità c’è anche lo sviluppo di sistemi per la mobilità intelligente e la gestione del territorio urbano. Ma l’elenco è ancora lungo ed è impossibile citare tutte le iniziative in atto. Ovunque si assiste ad un mutamento profondo del tessuto urbano: è prevedibile che la qualità tecnologica dei progetti sia un elemento fondamentale ai fini dello sviluppo dei sistemi, ma la lungimiranza di queste iniziative si misurerà attraverso il grado di conoscenza che le persone avranno delle opportunità offerte.

L’alfabetizzazione digitale, in questo quadro generale, è, quindi, la capacità di cogliere nelle nuove piattaforme urbane non solo servizi funzionali ma vere e proprie opportunità per ridefinire le prospettive di vita di milioni di persone, promuovendo il lancio di nuove imprese, nuove comunità di servizi alle persone e nuove forme di controllo dei consumi di energia e di emissioni degli inquinanti. Questa particolare forma di cultura si trova, inoltre, a dover fronteggiare problemi fondamentali che nella sua fase iniziale, più focalizzata su aspetti tecnologici, non aveva di fatto previsto. Perché sulla dimensione della progettazione urbana, l’innovazione non si giudica solo in base alla novità delle proposte, ma anche in relazione all’importanza e alla prospettiva di lunga durata che da. Questo significa introdurre a livello di tecnologie abilitanti la consapevolezza delle sfide fondamentali che la città deve affrontare. In effetti, l’urbanizzazione del pianeta è in piena esecuzione: le prime 100 città del mondo, in termini di crescita, producono il 38% del Pil globale e le prime 600 ne generano oltre la metà.

Translate »