Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Attualità

La stoffa che rende superfluo il condizionatore

Ogni anno si spendono cifre importanti per tenere gli ambienti domestici freschi d’estate ma allo stesso tempo caldi d’inverno. Forse converrebbe di più a livello economico cambiare la temperatura corporea piuttosto che quella delle stanze in cui ci si trova: può sembrare una teoria stravagante, ma l’Arpa-E, l’agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzati nel campo dell’energia, ci crede a tal punto da aver destinato 2,6 milioni di dollari per uno studio di fattibilità.

Questa somma è andata all’Università di California/San Diego, con un progetto condotto dal professor Joseph Wang denominato ATTACH, acronimo che sta per Adaptive Textiles Technology with Active Cooling and Heating, ossia tecnologia tessile adattiva con riscaldamento e raffreddamento attivi. Questo progetto si basa sul fatto che in caso di presenza di una o due persone in una stanza di grandi dimensioni non conviene riscaldare o raffreddare tutto l’ambiente, ma solo localmente, come si farebbe in un’automobile riscaldando solo il sedile invece che tutto il veicolo, risparmiando così parecchia energia.

Il risultato è stato raggiunto grazie ad una stoffa intelligente, capace di mutare il proprio spessore a seconda della temperatura attraverso polimeri che si espandono col freddo e si restringono col caldo, al contrario di quanto avviene in condizioni normali. Se l’ambiente si raffredda la stoffa si ingrossa, e viceversa, in modo da tenere la pelle ad una temperatura di 34°C ritenuta confortevole dalla maggior parte delle persone. A prescindere dalla temperatura ambientale, l’utente si sentirà quindi nello stesso modo senza dover regolare il “termostato”.

Gli abiti smart saranno anche provvisti di dispositivi termoelettrici, che, se necessario, si attiveranno per riscaldare le parti del corpo che tendono a raffreddarsi più in fretta, come le piante dei piedi o alcune zone della schiena. Si sta inoltre cercando di ottenere una piena autonomia a livello energetico, inserendo nel tessuto batterie ricaricabili e celle a biocombustibile in grado di produrre energia a partire dalla sudorazione. Tutte queste componenti saranno stampabili su tessuto, elastiche e capaci di reggere ai lavaggi e alle deformazioni. L’obiettivo finale è quello di riuscire a fabbricare abiti comodi ed esteticamente gradevoli, che richiedano l’avvio del riscaldamento o del condizionamento solo in casi estremi e soprattutto che abbiano un costo accettabile, cosa tutt’altro che semplice da ottenere, ma la possibilità di stampare i circuiti offre buone speranze che ci si possa arrivare con le dovute economie di scala.

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