Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Energie rinnovabili

Energia dalle onde e dalle maree

La Francia del prossimo futuro ha scelto il mare come ambiente dove attingere e far crescere l’energia pulita. Il Governo transalpino ha infatti rivelato i target per il 2023 per le rinnovabili marine dando prova ancora una volta di voler entrare seriamente nell’ambito delle tecnologie di produzione elettrica offshore a emissioni zero. E senza aspettare la pubblicazione della Programmazione pluriennale per l’energia (DPI), Parigi ha stabilito, per i diversi settori quali eolico, solare, biogas, ecc, gli obiettivi di espansione delle energie rinnovabili da raggiungere entro il 2023.

La comunicazione è arrivata direttamente dal ministro dell’Ambiente, che ha illustrato come il provvedimento contempli un incremento consistente della capacità installata di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto al 2015 (idroelettrico escluso). Centrare l’obiettivo richiederà un aumento della quota attuale di 43 GW fino a 71-78 GW. Il Paese avrebbe quindi la possibilità concreta, nel 2030, di arrivare al 32% del consumo finale lordo di energia coperto da fonti alternative.

Fulcro del piano, le rinnovabili marine. Nonostante la conoscenza di questo tipo di tecnologia sia oggi ancora limitata, il provvedimento è molto ambizioso: in sette anni conta infatti di installare ben 100 MW elettrici con impianti di sfruttamento dell’energia di onde, maree ed eolico galleggiante. Il documento del governo francese include anche gli obiettivi rivisti per l’eolico offshore tradizionale (che differisce da quello galleggiante principalmente per il tipo di fondamenta), fissando l’obiettivo di potenza installata a 3000 MW per il 2023.

A onor del vero il decreto fissa specifici target per tutte le fonti rinnovabili, tra cui il fotovoltaico e l’eolico a terra, dove l’aspettativa è rispettivamente di 20,2 e 25 GW di potenza cumulata. Inoltre, rispetto al 2014, si vuole incrementare di oltre il 50% la generazione di calore da fonti rinnovabili. Ciò si traduce, in pratica, in un aumento della produzione di calore del 20% di biomassa, del’80% del solare termico, del 700% del biogas da digestione anaerobica e del 400% della geotermia.

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