Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Tecnologie emergenti

Droni

Nel futuro dei droni troveremo delle applicazioni nei più svariati settori, dallo studio della foresta, al controllo dei bracconieri, allo sviluppo di mappe sulla vita degli animali senza recargli alcun disturbo.

Il drone, in pratica, è un quadricottero che, grazie ad eliche orientabili, è in grado di effettuare manovre prima impensabili, come ruotare su qualunque asse pur restando immobile a mezz’aria nella stessa posizione. La struttura a quattro rotori è molto usata nei velivoli senza pilota, di norma, però, le eliche sono fisse e complanari. Le manovre vengono eseguite modificando la velocità delle eliche, il che causa un’inclinazione del veicolo che cambia la direzione della spinta e questo fa sì che per rimanere fermo a mezz’aria l’elicottero debba trovarsi necessariamente in posizione orizzontale. Poiché di solito le quattro eliche sono montate su altrettanti bracci che possono ruotare con velocità indipendenti, la gestione risulta molto più complessa, ma consente di ottenere rotazioni intorno a qualunque asse senza spostarsi. Questo in prospettiva consentirà di impiegare il velivolo per manipolare attrezzi, utilizzando la forza necessaria nella direzione voluta e senza bisogno di munirlo di un braccio orientabile.

Il volo algoritmico dei droni può, quindi, ora trasformarsi in movimenti straordinariamente bilanciati, ad esempio tenendo in equilibrio un palo o giocando a palla. E tutto questo con costi estremamente limitati: un drone per il controllo di una foresta ha un prezzo che non supera quello di un PC e il costo di utilizzo di un quadricottero per il trasporto di beni in un ambiente nel quale le strade non esistono o sono congestionate non supera i 24 centesimi di dollaro per dieci chilometri per due chili.

Questo può effettivamente cambiare lo scenario non solo in ambito logistico ma, purtroppo, anche bellico. La prospettiva di perfezionamento di droni killer sempre più autonomi rispetto alle menti che li hanno programmati non è mera fantascienza, ma una possibilità assolutamente realistica che potrebbe rendere la guerra qualcosa di completamente diverso da quello che conosciamo, con eserciti criminali forti quanto quelli nazionali, con concentrazione di potere nelle mani di chi ha più informazioni e con una crescente responsabilità affidata alle macchine che gestiscono l’enorme quantità di dati che fanno funzionare i droni stessi. E’ un rischio di non poco conto che probabilmente richiederebbe un trattato internazionale per regolarne gli sviluppi futuri.

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