Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Tecnologie emergenti

Radar verdi

I radar verdi, detti anche passivi, realizzati dai ricercatori del Laboratorio Radar dell’Università di Pisa e dal Laboratorio Nazionale Radar e Sistemi di Sorveglianza (RaSS) del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) non emettono onde elettromagnetiche, non inquinano e per funzionare sfruttano i segnali già presenti nell’ambiente. Gli impieghi potenziali dei radar passivi sono moltissimi e fra le ultime applicazioni in ordine temporale ci sono quelle studiate dal Laboratorio radar dell’Ateneo pisano nel progetto triennale Habitat (Harbour Traffic Optimization System), finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT), che si pone l’obiettivo di migliorare i sistemi di controllo del traffico portuale e costiero. La totale assenza di emissioni radio che contraddistingue la categoria dei radar passivi di fatto dà la possibilità di realizzare un sistema integrato per il monitoraggio del territorio compatibile con l’ambiente. Il principio base, infatti, è quello di adoperare le onde radio già presenti per altri scopi per, poi, riciclarle al fine di svolgere la funzionalità radar.

Questo sistema di sorveglianza, seppur passivo, è in grado di offrire tutti i vantaggi specifici dei radar convenzionali, ossia una capacità di costante monitoraggio sia di giorno che di notte in modo assolutamente indipendente dalle condizioni meteorologiche. I segnali classici da impiegare sono quelli della televisione digitale terrestre (DVB-T), della telefonia mobile (3G-UMTS) e delle trasmissioni televisive satellitari (DVB-S).

Il gruppo di ricerca pisano è attivo nel campo dei radar passivi dal 2007 e già nel 2009 aveva sperimentato questa tecnologia per la prima volta in Italia monitorando il traffico veicolare urbano grazie ad un dimostratore realizzato appositamente. Uno dei grossi vantaggi connessi all’ausilio di questo sistema è l’impiego in toto di soluzioni commerciali a basso costo, per cui il valore finale del dimostratore non supera i 4.000 euro, al contrario dei sistemi radar tradizionali i cui prezzi oscillano normalmente dalle centinaia di migliaia di euro fino addirittura ad alcuni milioni.

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