Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

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Sbarca anche in Italia il treno supersonico Hyperloop

Sebbene ne ricordi la forma, Hyperloop ha ben poco in comune coi treni tradizionali ad alta velocità. Sfruttando la levitazione magnetica all’interno di un tunnel dove viene creato un vuoto pneumatico – tecnologia chiamata “vactrain”, ossia “treno sottovuoto” – questa capsula ultrasonica è in grado di raggiungere una velocità fino a 1.223 km/h. É proprio l’assenza di attrito che consente al convoglio, costituito da un unico vagone, di raggiungere velocità elevatissime pur consumando quantità limitate di energia. L’investimento maggiore, anche a livello ambientale, risiede nella costruzione dei tunnel, che possono essere ricavati scavando sottoterra al di sotto dei binari delle attuali ferrovie o realizzati direttamente lungo i binari e le autostrade esistenti e nei corridoi di 20 metri che le ferrovie hanno già in concessione a fianco delle attuali linee.

La velocità, tuttavia, non è la sola caratteristica peculiare del sistema, che si distingue anche per efficienza energetica e riduzione dei consumi, grazie all’uso di pannelli solari come copertura del tubo e ad impianti di energia eolica, alla levitazione magnetica passiva, all’energia cinetica prodotta dalla capsula e a quella recuperata in fase di frenata.

L’idea di treno supersonico nasce da una felice intuizione di Elon Musk, imprenditore sudafricano dallo spirito fortemente innovativo, mentre sia la parte progettuale che realizzativa viene sviluppata da tre aziende: Virgin Hyperloop One, TransPod Hyperloop e Hyperloop Transportation Technologies (HTT), le sole a possedere il know-how che permette di implementare un progetto unico nel suo genere.

Tra i partners della Transpod figura l’italiana MerMec di Monopoli, che collabora allo sviluppo del treno supersonico con particolare attenzione al confort del passeggero, che si ritrova a viaggiare ad altissime velocità senza però avere la possibilità di guardare verso l’esterno.

Al momento sono state selezionate dieci tratte in tutto il mondo: Stati Uniti, Canada, Messico, Regno Unito e India ed altri paesi stanno valutando l’opportunità di ospitare Hyperloop, tra cui l’Italia, dove a gennaio 2020 è stata presentata Hyperloop Italia, start up con la prima licenza commerciale in esclusiva impegnata nella realizzazione di tecnologie Hyperloop e infrastrutture sul territorio della nostra penisola.

Hyperloop Italia avrà una sede istituzionale a Roma e una operativa a Milano ed è già al lavoro su 6 progetti che partiranno in tre regioni del Nord e tre del Sud Italia. L’obiettivo è quello di rendere l’Italia, in meno di 10 anni, uno dei primi paesi al mondo ad essere dotato di questo sistema di trasporto: ad oggi sono state avviate trattative con Anas, FS, Ferrovie Nord e sono già stati interessati anche i presidenti delle Regioni Puglia, Basilicata, Sicilia, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. I primi studi di fattibilità riguardano le tratte Milano Cadorna-Malpensa (che verrebbe coperta in appena 10 minuti) e Verona-Trieste (percorribile in soli 30 minuti).

Il primo treno supersonico lo si vedrà probabilmente ad Abu Dhabi in occasione di Expo 2020 e viaggerà ad una velocità quattro volte superiore a quella di un abituale Freccia Rossa. In vista di tale orizzonte temporale è stata realizzata a Tolosa la prima struttura a grandezza naturale, lunga 320 metri, che consentirà di studiare, testare e perfezionare le soluzioni tecniche su un modello reale. Il tubo attraversato dalla capsula avrà un diametro di 4 metri e potrà appoggiarsi a pilastri o passare in sotterraneo, in base alle esigenze ed alla conformazione del territorio. La capsula in carbonio, di 30 metri di lunghezza e 2,7 di diametro, potrà ospitare fino a 50 passeggeri e si prevede che il sistema a due tubi sarà in grado di trasportare 164.000 passeggeri al giorno e fino a 4.100 containers merci.

Questi sono solo alcuni dei risultati delle oltre 21.000 ore di ingegneria dedicate allo studio dell’Hyperloop: il futuro della mobilità sembra così essere appena dietro l’angolo.

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