Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Energie rinnovabili

Carburanti solari

La risposta alla domanda di quali siano i migliori materiali per produrre carburanti solari in modo efficiente e a basso costo è arrivata nientepopodimeno che da un super computer, lo stesso adoperato da un team di ricercatori statunitensi per cercare nuove vie per convertire l’acqua nel combustibile del futuro. Gli scienziati della Caltech e Lawrence Berkeley National Laboratory hanno quindi sfruttato le potenzialità del cervello elettronico del National Energy Research Scientific Computing Center (NERSC) per duplicare, in poco meno di due anni, il numero di materiali ad oggi conosciuti nella sintesi dei carburanti solari.

I carburanti solari sono combustibili (dal gas idrogeno agli idrocarburi liquidi) ottenuti impiegando luce solare, acqua e CO2. Per liberare idrogeno e ossigeno alle molecole d’acqua serve un catalizzatore chiamato fotoanodo, un materiale efficiente e a basso costo in grado separare le molecole di H2O utilizzando proprio la luce visibile come fonte di energia. Nel corso degli ultimi quarant’anni, la ricerca mondiale ha individuato però solo 16 fotoanodi adatti allo scopo.

La vera spinta propulsiva è arrivata, come detto, dagli scienziati della Caltech e Lawrence Berkeley National Laboratory, che integrando la teoria agli esperimenti fatti attraverso i calcoli di un super computer come quello del NERSC, sono riusciti a scoprire dodici nuovi fotoanodi. Nel nuovo processo, sono stati combinati approcci computazionali e sperimentali attraverso il primo database minerario di materiali per i composti potenzialmente utili.

Il team di ricerca ha affermato che quello che è apparso subito estremamente importante in questo tipo di studi è stato, oltre ad aver individuato diversi nuovi composti per la sintesi di combustibile solare, anche aver imparato qualcosa di nuovo sulla struttura elettronica di base dei materiali stessi.

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