Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Energie rinnovabiliIn primo piano

Celle biogeniche

La cella solare biogenica di fatto è un’unità fotovoltaica costituita da sostanze derivanti da manipolazioni genetiche. E’ ciò che hanno scoperto i ricercatori dell’Università British Columbia (UBC), che hanno trovato un sistema economico e sostenibile per produrre una cella di queste caratteristiche. La vera novità è rappresentata dall’impiego di batteri, e più precisamente l’E.coli, che è un microrganismo presente nell’intestino della maggior parte dei mammiferi. Gli scienziati hanno modificato questi batteri in modo tale che possono alimentare direttamente il fotovoltaico: in pratica sono riusciti ad ottenere celle ad elevata densità di corrente capaci di operare anche con pochissima luce.

Fino ad ora, la maggior parte dei tentativi di creare cellule solari biogeniche si basava sull’estrazione del colorante naturale impiegato dai batteri per la fotosintesi, un metodo dispendioso e complicato che prevedeva l’utilizzo di componenti tossici nocivi. Il team dell’UBC ha optato per un sistema diverso, lasciando i coloranti nei batteri e modificandoli affinché creassero grandi quantità di licopene, un forte pigmento fotoattivo. Hanno poi ricoperto i microrganismi con nanoparticelle di biossido di titanio (TiO2), che serve da semiconduttore, applicando infine il mix risultante su una superficie di vetro.

I ricercatori hanno così ottenuto una densità di corrente pari a 0,686 milliampere per cmq, nettamente più elevata rispetto ai 0,362 raggiunti in precedenza. Secondo il gruppo di ricerca, questi materiali ibridi potrebbero funzionare con efficienze confrontabili a quelle delle celle solari convenzionali.

Anche se i risparmi sono difficili da stimare con esattezza, si ritiene che il processo riduca il costo della produzione di colorante a circa un decimo del valore attuale. Un altro punto di forza è rappresentato dal fatto che i test hanno dimostrato come le nuove celle siano in grado di operare anche in condizioni di scarsa illuminazione.

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