Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Tecnologie emergenti

Quale futuro ci attende senza smartphone

Secondo una recente ricerca, condotta su un numero significativo di campioni sparsi in ben 40 Paesi, l’intelligenza artificiale potrebbe entro poco tempo iniziare a programmare la nostra vita senza l’ausilio delle applicazioni della telefonia mobile.

Lo schermo di uno smartphone sarà troppo piccolo per contenere i dati della nostra vita, sempre più dominata dal mondo dell’IOT, ossia Internet Of Things (internet delle cose). Il nostro passatempo preferito, a cui dedichiamo in media due ore al giorno, è quindi destinato a scomparire come le tante applicazioni che abbiamo scaricato per controllare i molteplici aspetti delle nostra esistenza.

In molti pensano che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale permetterà di interagire direttamente con gli oggetti, senza cioè la necessità di passare attraverso un telefono o tablet, già entro i prossimi 5 anni e saremo pronti ad abbandonare gli schermi perchè ci sono molte situazioni nelle quali non sono affatto utili, come ad esempio quando si è alla guida di un auto o in cucina. Le informazioni che ci servono verranno trasmesse direttamente dalle pareti di casa, dal cruscotto dell’auto o dal nostro corpo tramite i wearable devices (dispositivi da indossare). Per attivarli basteranno la voce, un semplice movimento della mano, l’iride, le impronte digitali e altro ancora. Sarà la fine della dipendenza dallo schermo, nata nel 1950 con la TV e poi proseguita con PC, tablet e smartphone, che verranno rimpiazzati da più aiuti virtuali, inseriti direttamente negli oggetti di cui facciamo uso, o da robot h24 che faranno le veci di autentiche persone.

Il nostro bisogno di tecnologie sempre più progredite continuerà incessantemente anche nel prossimo futuro. L’influenza del network sul nostro modo di agire sarà irrefrenabile fino a includere anche le chiamate di emergenza, governate anch’esse da altri dispositivi online. Ad esempio il Safety Check avviato da Facebook dopo gli attacchi terroristici di Parigi è stato solo il primo esperimento di salvavita messo a disposizione dalla Rete che gli utenti si aspettano. Anche le abitazioni subiranno grossi cambiamenti col concetto di Sensing Homes: la cablatura avrà più peso dell’architettura e i materiali da costruzione e gli elettrodomestici saranno in grado di monitorarsi in tempo reale. La realtà virtuale influenzerà pesantemente lavoro, sentimenti e tempo libero: shopping online, videochiamate, film e giochi saranno fruibili attraverso dispositivi 3d.

C’è però un aspetto che desta qualche preoccupazione: la sicurezza. Nei prossimi anni i dispositivi o i servizi in uso saranno probabilmente oggetto di attacchi informatici, per cui saremo costretti ad incessanti richieste di identificazione in cambio di maggior controllo. La sorveglianza su corrotti e corruttori non sarà però solo appannaggio esclusivo di multinazionali e pacchetti antivirus, perchè grazie ai social e alla condivisione online di pareri, critiche e idee gli utenti avranno un’arma in più per denunciare comportamenti scorretti e truffe. E c’è da credere a chi sostiene che un’azienda corrotta possa essere danneggiata molto di più da una segnalazione online, amplificata dalla Rete, che da una denuncia fisica fatta in qualche commissariato.

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