Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Tecnologie emergenti

Il dosso che recupera energia

Recupera energia dalle auto che passano e la trasforma in corrente alternata che viene, poi, riutilizzata: è un dosso e si chiama Lybra (dal latino bilancia).

Questi speciali rallentatori sono stati installati per la prima volta in provincia di Milano, nel parcheggio di un centro commerciale Auchan, che è un ipermercato dove passano in media 8.500 auto al giorno, ed è attesa una produzione di 100 mila chilowattora/anno, ossia l’equivalente, all’incirca, di un impianto fotovoltaico da 80 kW oppure di 19 tonnellate di petrolio.

GlI ideatori di Lybra, che nel 2011 hanno creato l’impresa Undeground Power, cercavano da tempo dei finanziatori per collaudare il loro dosso. Auchan, invece, con un progetto indirizzato ai suoi dipendenti in tutta Europa denominato Creative Attitude, era alla ricerca di un sistema per accrescere la sostenibilità ambientale dei centri commerciali. E, così, è nata l’idea di sfruttare il movimento dei veicoli, che in uno shopping center sicuramente non mancano, e se l’impianto funzionerà senza problemi si pensa di installarlo anche nelle altre sedi Auchan. Come noto, i grandi centri commerciali sono forti consumatori di energia e con questo sistema si punta decisamente a diminuire i consumi a favore dell’ambiente, grazie soprattutto alla collaborazione dei clienti che azionano il dosso con le loro stesse auto.

Lybra è un rallentatore di velocità costituito da gomma e acciaio. L’impianto per Auchan, che costa 100 mila euro e si dovrebbe ripagare in circa sette anni, sarà lungo dieci metri. Passando sopra al dosso, le auto producono energia cinetica, che viene catturata da una dinamo che, poi, la trasforma in corrente alternata. Chiaramente questo dispositivo va sistemato in luoghi dove gli autoveicoli sono obbligati a rallentare, come le rotonde o, in questo caso, i parcheggi, inoltre, l’energia prodotta è subito disponibile per poter essere riadoperata. Così facendo, si restituisce all’ambiente energia che altrimenti verrebbe inutilmente sprecata. Questa Società rappresenta un segnale di speranza anche per tante altre start up italiane e dimostra che non sempre son veri i luoghi comuni secondo cui queste cose si possono realizzare solo all’estero, perché le possibilità esistono anche qui da noi in Italia.

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