Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Mobilità

Aereo elettrico a decollo verticale

Dopo essere stato tenuto nascosto per quasi due anni, è stato fatto volare nella brughiera milanese diverse volte e in molti modi e una volta conclusa la prima fase di esperimenti è stato presentato sul palcoscenico internazionale del salone aerospaziale parigino di Le Bourget. Si chiama Progetto Zero, ovvero un aereo dalle strane forme bianche e rosse che ha richiamato numerosi specialisti da ogni parte del continente: sicuramente la macchina volante più affascinante che ha destato il maggior interesse di questo salone.

L’avanzato velivolo è stato realizzato dalla Agusta Westland e i suoi primi test in volo sono stati eseguiti nella sede di Cascina Costa accanto ai classici elicotteri che ben conosciamo. E proprio per guardare ad un loro futuro differente, cioè più sofisticato e progredito, è nato Progetto Zero. Si tratta di un apparecchio interamente elettrico in grado di sollevarsi in verticale come un elicottero grazie a due grandi eliche intubate che, una volta in aria, ruotano di 90 gradi permettendo di procedere in orizzontale esattamente come fosse un aeroplano. Di fatto questa tecnologia rappresenta l’evoluzione dell’esperienza maturata con la fabbricazione del convertiplano AW 619 che Agusta Westland sta testando per il trasporto civile. Ma col Progetto Zero si è andati, appunto, oltre, facendo girare tutto con l’elettricità anziché i consueti motori tradizionali.

Gli altri aspetti innovativi riguardano la completa autonomia in volo relativamente alla gestione del radar, dell’altimetro, del Gps e dei sistemi di autogoverno ed il fatto che è costruito con criteri di estrema semplicità oltre ad avere strutture leggerissime in materiali compositi. Altre soluzioni adottate interessano, poi, l’eco-compatibilità: la sua silenziosità è veramente da record. Di questo velivolo dalle incerte forme quasi da fantascienza curate da Stile Bertone, si è conclusa da poco la prima fase di collaudo dimostrando la bontà delle scelte fatte.

Il progetto è il risultato dell’investimento della società che ha coinvolto ben quindici aziende fornitrici di varie parti e know-how, tre delle quali sono straniere (Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna). Le altre sono tutte italiane, di cui la maggior parte del gruppo Finmeccanica, come ad esempio la Selex Es che ha costruito il cervello di guida. Altre provengono, invece, da ambiti differenti (automobili e motocicli) e hanno portato anche metodi diversi nel sofisticato mondo aeronautico, soprattutto nell’ottica sempre più stringente di tagliare i costi. Progetto Zero è, quindi, un ottimo programma di ricerca tecnologica che risulterà prezioso non solo per sostenere la capacità italiana nel settore ma anche mantenerla a quel livello di competitività internazionale che oggi ha faticosamente e meritatamente raggiunto. Adesso si attende solo l’avvio della seconda fase nella quale si sperimenterà anche una versione ibrida con propulsore diesel, destinata a proseguire il lavoro finora prodotto con successo.

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