Testata registrata presso il tribunale di Milano in data 20 luglio 2012 al n° 320 – ISSN 2281 – 1249

Mobilità

L’elicottero controllato col pensiero

Un ingegnere biomedico dell’Università del Minnesota negli Stati Uniti ha dimostrato che è possibile realizzare un elicottero giocattolo guidato col pensiero con una precisione tale da riuscire a superare un percorso ad ostacoli. Ovviamente non si tratta di una vera e propria lettura del pensiero, tanto è vero che i soggetti che hanno aderito all’esperimento si sono esercitati alla guida indossando un casco, munito di 64 elettrodi per rilevare le onde cerebrali, collegato a un computer capace di riconoscere l’attività mentale generata dalla visualizzazione di determinate immagini.

In particolare, ai piloti è stato chiesto di immaginare di essere in volo fingendo di compiere le seguenti operazioni: stringere il pugno sinistro o destro significava rispettivamente girare a sinistra o a destra, mentre chiudere o aprire entrambi i pugni serviva rispettivamente a guadagnare o perdere quota. Non tutti i volontari sono, però, riusciti a visualizzare immagini mentali sufficientemente nitide da poter essere distinguibili e il fallimento sembra sia dovuto a specifiche carenze nel rapporto mente-corpo, mentre i risultati migliori sono stati ottenuti da chi segue la meditazione o lo yoga. Ad ogni modo, cinque persone, dopo diverse ore di addestramento in cui muovevano col pensiero oggetti esclusivamente virtuali, sono stati in grado di fare la stessa cosa con un elicottero giocattolo (per la precisione un Parrot Ar Drone controllato attraverso comandi wi-fi) conducendolo attraverso una serie di anelli sospesi creata ad hoc nella palestra dell’Università e i risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Neural Engineering.

Questo tipo di controllo tramite onde cerebrali non rappresenta in assoluto una novità, ma è la prima volta che viene realizzato in ambito tridimensionale e soprattutto in modo così accurato. In una fase iniziale sono stati raccolti dati anche per mezzo della risonanza magnetica, ma poiché il sistema finale impiega una più semplice elettroencefalografia potrebbe operare anche con un numero inferiore di elettrodi. Secondo l’inventore, il professor He, l’obiettivo finale di questo tipo di studi è a più ampio raggio e consiste nel realizzare un apparato che consenta ai disabili di comandare nel modo più naturale possibile una sedia a rotelle o un braccio meccanico.

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