Scritto da Carlo Bellino
Giovedì 1 Marzo 2018
Secondo l’Ufficio Statistiche della UE Eurostat, che ha pubblicato di recente l’aggiornamento al 2015 dei dati sulle energie rinnovabili, migliora la percentuale di questa fonte di energia nell’ambito dei consumi europei e non solo per meriti propri. Sembra, infatti, che la riduzione dei combustibili fossili abbia consentito all’Europa di stringere i tempi sugli obiettivi 2020.
Già nel 2015 le green energy avevano coperto circa il 17% dei consumi finali lordi di energia, quasi il doppio rispetto al valore registrato nel 2004, anche se, a dire il vero, c’è stata una lieve fase di stallo dopo il 2010. Nel 2011, infatti, fattori quali temperature più alte, crisi economica e rinvii nell’esecuzione della direttiva 20-20-20 hanno portato ad una decremento dell’utilizzo delle rinnovabili. Poi la crescita è tornata ad essere regolare, grazie all’incremento di eolico e fotovoltaico e consumi più limitati dove le fossili hanno leggermente rallentato.
Dal 2004 ad oggi, la % delle fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo di energia è salita in modo considerevole in tutti gli Stati membri: rispetto ad un anno fa, è infatti cresciuta in 22 dei 28 Paesi. In vetta alla classifica troviamo la Svezia, dove più della metà (54%) di energia consumata proviene da rinnovabili, seguita da Finlandia (39%), Lettonia (38%), Austria (33%) e Danimarca (31%). In coda languono Lussemburgo e Malta (entrambi 5%), Olanda (6%), Belgio e Inghilterra (entrambi 8%).
In questo quadro l’Italia si è mossa a due velocità: una iniziale rapida che le ha consentito, in sette anni, di raddoppiare l’apporto green nei consumi, passando dal 6% del 2004 ad oltre il 15% del 2011, ed una più lenta negli anni a seguire. L’obiettivo europeo che ci era stato dato (17%) lo abbiamo raggiunto senza troppa fatica a partire dal 2014 e nel 2015 potevamo vantare già un + 0,5%. Una performance comunque imitata, anche se su target chiaramente diversi, da altri 10 Paesi europei: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Croazia, Lituania, Ungheria, Romania, Finlandia e Svezia. Quelli più in difficoltà risultano essere Olanda (8 punti percentuali rispetto all’obiettivo fissato per il 2020), Francia (8 punti), Irlanda e Inghilterra (entrambi 7) e Lussemburgo (6).
I dati del 2015 rivelano, inoltre, che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha coperto in media il 29% del consumo totale dell’UE-28 (in Italia si assesta al 33,5%) e il più virtuoso dei 28 stati membri è stato l’Austria, con una quota superiore al 70%. Sul fronte del riscaldamento e del raffrescamento, invece, le green energy hanno raggiunto solo il 19% del consumo totale europeo, con la Svezia a farla da padrone dove le fonti alternative ricoprono già il 69% dei consumi termici.